
Gerusalemme, 9 marzo 2020
Carissimi Fratelli,
il Signore vi dia pace!
Siamo ancora quasi all’inizio della Quaresima, tempo esigente di conversione che ci mette in cammino verso la Pasqua, e già questo tempo si presenta a noi come fortemente condizionato da quella invisibile minaccia che si chiama coronavirus o COVID-19, se usiamo il linguaggio più asettico della scienza. I nostri fratelli di Betlemme già da qualche giorno vivono rinchiusi entro i confini della città, in quarantena.
Siamo Frati Minori della Custodia di Terra Santa, ed è giusto che ci poniamo come tali anche davanti a questo fenomeno. Voglio perciò proporre alcune riflessioni per vivere questo particolare tempo quaresimale in modo non banale e secondo la nostra vocazione.
In quanto discepoli di Gesù, siamo prima di tutto uomini di fede e conserviamo la fiducia che il Padre celeste non cessa di prendersi cura del suo popolo e di ciascuno di noi anche in questo tempo. Non viene meno il nostro credere che Lui è il Padre provvidente, che veste i gigli del campo e nutre gli uccelli del cielo e a maggior ragione si prende cura dei suoi figli. Non viene certo meno neanche la consapevolezza della precarietà della nostra esistenza umana alla quale la Parola di Dio spesso ci richiama.
Proprio perché discepoli di Gesù crediamo che sia importante vivere in modo personale e particolarmente intenso quelle tre indicazioni che lui stesso ci dava il Mercoledì delle Ceneri, all’inizio del cammino quaresimale: praticare la misericordia, pregare e digiunare, il tutto nel segreto che solo il Padre conosce (cfr. Mt 6). Viviamo noi per primi queste tre dimensioni fondamentali della vita cristiana e della Quaresima e proponiamole anche ai fedeli che frequentano i nostri santuari, le nostre chiese e le nostre parrocchie. Viviamole come forma di intercessione, di preghiera potente che penetra le nubi, di abbandono fiducioso che commuove il nostro Padre del Cielo. Facciamo nostra la litania che per secoli è sgorgata dal cuore dei cristiani: “A peste et fame et bello, Libera nos Domine”, che potremmo attualizzare in questo modo: “Liberaci o Signore dalle epidemie contagiose, dalla fame e dalla guerra”.
Siamo cittadini di molti Paesi, i nostri Paesi di provenienza e i Paesi in cui ci troviamo a prestare servizio. L’isteria del momento anziché spingere alla solidarietà umana e fraterna porta oggi molti a discriminare e ovviamente molti a essere discriminati. Noi siamo parte di quei popoli che stanno soffrendo per il virus e ci troviamo a servire in Paesi che soffrono e probabilmente soffriranno ancora per il virus e le sue conseguenze. In tutti questi posti noi siamo chiamati ad essere anche buoni cittadini, che accolgono con fiducia le disposizioni sanitarie che le varie autorità adottano per il bene comune. Sappiamo che in qualcuno dei nostri Paesi le strutture sanitarie sono in grado di fare fronte a questa emergenza e sappiamo che in qualche altro Paese (penso a quelli già provati dalla guerra, come la Siria) il virus potrebbe essere ancora più letale proprio perché le strutture sanitarie sono compromesse a causa dei conflitti e a causa di sanzioni che mettono già a dura prova le popolazioni civili.
Siamo Frati Minori della Custodia di Terra Santa. In passato i nostri frati hanno dato la vita per prendersi cura degli ammalati, durante le epidemie di peste e di colera. La nostra prima preoccupazione non deve essere quella di salvare noi stessi ma di cercare il bene delle persone che ci sono affidate, a qualsiasi popolo appartengano e qualsiasi religione professino. Se ci verranno chiesti sacrifici li faremo per il bene di tutti e con la disponibilità di chi ha già donato la propria vita al Signore per amore dei propri fratelli. Se avremo delle attenzioni speciali non sarà prima di tutto perché abbiamo paura di essere contagiati, ma eventualmente per non trasmettere a nostra volta il contagio. E cercheremo in tutti i modi di continuare la nostra missione, tenendo conto delle indicazioni sanitarie delle autorità civili e di quelle pastorali dei nostri vescovi.
Nel corso della nostra storia abbiamo sperimentato la potente vicinanza e intercessione di S. Antonio, al quale in un momento di grave difficoltà, ci siamo affidati con un voto che rinnoviamo ogni anno il 13 giugno. Vi invito a ricorrere anche oggi a questo nostro patrono e intercessore e a recitare privatamente e comunitariamente la preghiera che facciamo nel giorno della sua festa, adattandola alla presente situazione:
O glorioso sant’Antonio, ci siamo raccolti intorno a te in questo tempo in cui il contagio virale affligge il mondo intero, i Paesi dai quali proveniamo e quelli in cui prestiamo servizio. Ti ringraziamo umilmente della protezione con cui, insieme al serafico Padre san Francesco, hai sempre beneficato questa Custodia e i suoi membri.
La Custodia di Terra Santa, o amabile sant’Antonio, si riconosce debitrice a te e al serafico Padre, del bene che ha potuto operare nel corso dei secoli, sia per la salute delle anime, che per la conservazione dei Luoghi della nostraRedenzione. Di tutto rendiamo umili grazie a Dio, e a te che per noi hai interceduto.
Continua, o caro nostro Patrono, a spargere su di noi quelle benedizioni che tu attingi dal Cuore amabilissimo di Gesù Bambino, amorevolmente posto fra le tue braccia. Ottienici da lui che noi, consapevoli dell’alto onore di essere stati scelti per custodire la Culla e la Tomba di Gesù, ci sforziamo sempre di corrispondervi degnamente.
E noi, o gran Santo, con tutta la gratitudine del nostro cuore, ci affidiamo nuovamente a te: così hanno fatto lungo i secoli i nostri padri; così il sommoPontefice ha voluto che noi facessimo, quando ti ha proclamato e costituito speciale Patrono della Custodia di Terra Santa.
Chiedo a tutti i frati e a tutte le Fraternità di recitare questa preghiera o al termine della Santa Messa o in un altro momento di preghiera della Comunità.
Maria Immacolata, Madre di Gesù e nostra avvocata stenda, il suo manto a protezione della Terra Santa e dell’umanità intera. Il Serafico Padre interceda per noi la capacità di sopportare in pace “infirmitate et tribolazione” e il Signore benedica e custodisca ciascuno di noi, le nostre Fraternità e le persone che ci sono affidate.
Fr. Francesco Patton ofm
Custode di Terra Santa
Fr. Marco Carrara ofm
Segretario di Terra Santa