Non ho voglia di andare…
Fino a poche ore prima di partire il mio umore purtroppo era quello. Ero stanca, con tanti pensieri e poco desiderosa di aggiungerne altri.
Ma a differenza di come vivo di solito ho mollato e il viaggio è iniziato.
Dopo poche ore mi sono trovata catapultata davvero in un altro mondo, inizialmente il sonno credo abbia avuto l’effetto di una droga, ero confusa e un po’ stupita, ma più tornavo lucida e più mi rendevo conto che il mio piccolo mondo di paure e preoccupazioni non esisteva più e facevo parte di un’umanità non pianificabile da mani d’uomo.
E poi è iniziato il viaggio pluridimensionale di luoghi, culture, amicizia e fede.
Siamo partiti con l’esperienza che sento tra le più vicine a me perchè totalmente umana: Pietro di Cafarnao.
E in questo luogo si sono incontrate in modo inaspettato e commovente la quotidianità, le regole umane e l’amicizia, con la divinità. Come si potrebbe mai pensare a un Dio creatore dell’universo che si interessa anche delle mie piccole cose quotidiane? … anche nella prospettiva dei miei tradimenti!
Se fino ad oggi ho sempre visto Pietro come un’ancora per accettare i miei limiti, lì mi sono proprio sentita confortata dall’accettazione del Suo starmi vicino nonostante tutto. E la Sua richiesta di scegliere di amarLo ogni giorno, nonostante tutto,e anzi, proprio per quel tutto.
L’altra esperienza che mi ha confortato è stata la visita alla grotta dei pastori. Questi ultimi, in tutti i sensi, anche e sopratutto dal punto di vista religioso, a cui viene annunciato il Regno di Dio, mi confermano delle parole del Signore che mi arrivano da coloro che pur essendo miei amici sono a volte lontani dalla fede che vivo io. E allo stesso tempo spero anche io di poter essere pastore per qualcuno.
E poi sono proprio tanti i momenti che ancora porto forti nel cuore: l’incontro con la semplice vita di Maria a Nazareth dove anche i mattoni della Basilica che vanno a creare il giglio che si china sul luogo dell’HIC mi aiutano a fare memoria dell’ Incontro. Con il trascorrere delle ore anche se non lo capivo bene sentivo sempre più la difficoltà a conciliare la grandezza di Dio con la Sua presenza accanto a me: da un lato conoscevo quel lato umano di Gesù che come me calpestava quel terreno, vedeva quei luoghi, sentiva quel caldo e aveva sete,…e dall’altro mi accorgevo di un disegno, di un piano, di un desidero d’amore per tutta l’umanità, così grande da fare quasi fatica ad avvicinarmi a luoghi come il Golgota o il Santo Sepolcro perchè “troppo” rispetto a me. Sul luogo del Padre Nostro questa sensazione ha trovato un po’ di conforto nel racconto del frate novizio a cui viene chiesto quale sia la cosa più difficile: dare del Tu a Dio. Tra le due parole “Tu” e “Dio” vorrei che abitasse la mia fede.
Ma questa distanza Dio mi ha aiutato a colmarla.
Durante questa settimana ho ricevuto una “misura buona, pigiata, colma e traboccante” che si è concretizzata in diversi modi: innanzi tutto nei compagni di viaggio, ognuno dei quali mi ha dato qualcosa di importante. Altro elemento sono stati gli approfondimenti spirituali dei luoghi nei quali abbiamo camminato, questi mi hanno aiutato tantissimo a fissare nel cuore l’amore che Gesù ha per me. E poi i luoghi stessi che parlavano, a volte con il loro silenzio come quello del deserto, e le persone del posto con le quali abbiamo avuto la fortuna di condividere qualche parola e qualche emozione.
Ancor ora mi sento confusa se ripenso alle tante cose che ho visto e alle emozioni che ho provato. Mi sembra che il viaggio abbia creato in me un gomitolo: con calma spero di riuscire a dipanare il filo che lo ha formato per soffermarmi su ogni centimetro di quel filo prezioso per rivivere e meditare ogni momento.
Ringrazio Dio di tutto questo e ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza e che l’hanno resa indimenticabile.
Gessica
